L'enogastronomia umbra
A voi i grandi vini e i sontuosi oli extravergine di questa terra generosa, indomita, ancorata al sé. Come l'Orvietano, che conosce un'inaspettata riscoperta bacchica color rubino, punteggiata dai classici Sangiovese o dai nobili Bordolesi (Cabernet e Merlot in testa), ammantata di nuove DOC, Rosso Orvietano e Lago di Corbara. A Narni e nell'Amerino torna forte il legame con il Ciliegiolo, di per sé evocativo dei suoi colori e dei suoi profumi, come a Montefalco dove oltre al Rosso regna sua maestà il Sagrantino DOC. Il cuore rosso della regione batte forte a Torgiano, altra DOCG, primigenio nettare a base Sangiovese. Come si è colorato di nuove vesti il nome di Assisi e della sua DOC, patria spirituale e oggi carnale di vini rossi voluttuosi.
E che dire del crinale che dal capoluogo, Perugia, guarda e spazia verso Marsciano, puntellato di vigne e cantine dal cuore antico eppure compiutamente moderno, come del Gamay del Trasimeno che pare creato apposta per certi piatti di quelle acque dolci?
Dal rosso al bianco, eccoci di nuovo a Orvieto che profuma di storia e dei vini cari a papi e imperatori. Da lì eccoci a Todi, col suo Grechetto, sempre con l'occhio sulla valle e i colli del ternano, sfiorando di nuovo la collina che porta a Perugia. E poi via verso il lago, l'Altotevere, e già di nuovo tra Montefalco e Spoleto dove il Trebbiano Spoletino promette future mirabilie. Un itinerario che può trovare vie alternative e continuità nel verde smeraldo dell'olio extravergine, che dalla DOP regionale dirama il suo splendore verso zone che ne esaltano l'identità territoriale.