Museo dell'Olivo e dell'Olio - Torgiano

Nato in continuità di intenti con la ideazione del Museo del Vino, il Museo dell'Olivo e dell'Olio è situato in un piccolo nucleo di abitazioni medioevali all'interno delle mura castellane.

Il Museo dell’Olivo e dell’Olio nasce per iniziativa di Giorgio e Maria Grazia Marchetti Lungarotti allo scopo di documentare la presenza dell’olio nella vita quotidiana attraverso i millenni: eccellente alimento, indispensabile fonte di luce e di riscaldamento, elemento rituale ricorrente nella sfera magico-religiosa delle culture mediterranee, l’olio d’oliva costituisce un prodotto economico dal grande valore commerciale, apprezzato fin dall’antichità. La pianta da cui deriva inoltre, addomesticata fin da tempi remoti e rivestita di sacralità per le peculiarità che la caratterizzano, esprime un tratto essenziale del paesaggio.

Il percorso museale si snoda lungo dieci sale e si apre con informazioni redatte dal C.N.R. sulle caratteristiche botaniche dell'olivo, sulle cultivar più diffuse in Umbria, sulle tecniche tradizionali e d'avanguardia di messa a coltura e di estrazione dell'olio.
Le sale successive, ambientate nei locali che furono già sede di un frantoio, attivo fino a pochi decenni fa e testimoniato dalla presenza di un grande camino, ospitano una ricca documentazione relativa alla storia ed alla evoluzione delle macchine olearie: dai primi mortai in pietra, risalenti al V millennio a.C., via via, correndo lungo i secoli, alla introduzione del trapetum, l'ampia vasca di probabile origine greca definitivamente utilizzata e diffusa dai Romani, fino alle più complesse macchine a trazione animale o idraulica ed alla invenzione del sistema "a ciclo continuo" che ha segnato l'avvio per la nuova elaiotecnica.

Il percorso prosegue nei due piani superiori, dove la presenza dell'olio e dell'olivo nel quotidiano, gli usi e le valenze ad essi attribuiti nel corso del tempo sono documentati in sezioni che sviluppano i temi relativi alla mitologica origine della pianta, all'impiego dell'olio come fonte di illuminazione, nei rituali delle grandi religioni monoteiste occidentali, nella medicina e nella alimentazione, nello sport, nella cosmesi, come fonte di riscaldamento e come elemento significativo di un immaginario popolare che alla pianta e al prodotto derivato dal suo frutto ha attribuito - e in parte ancora attribuisce - valenze simboliche, propiziatorie, apotropaiche e curative.
La sala V, dedicata ad Athena, divinità cui si deve il dono dell'olivo agli uomini, espone, accanto a diversi oggetti che richiamano ai vari attributi della dea, un prezioso alábastron attico in ceramica a figure rosse, firmato dal Pittore della Fonderia e risalente al V secolo a.C.; l'oggetto, di straordinario interesse per l'abilità dell'artista, ritrae Athena nell'atto di ricevere lo scudo recante l'effige della civetta (suo primo emblema) dalle mani del metallurgo che lo ha creato. Di fronte, a significare l'uso remotissimo di lucerne votive, affiancata da una scheda scientifica di Mario Torelli, è esposta una lucerna trilicne del VII secolo a.C., marmorea, superbo esempio di arte dedalica. La raccolta di lucerne, che da età preclassica giunge al tardo neoclassicismo, ha esempi degni di attenzione: dalla bilicne romana in bronzo, ageminata in argento e rame, al piccolo putto bronzeo rinascimentale, alle due preziose lucerne da scala fiorentine, datate XVI secolo.
Interessanti per tecniche e stili rappresentati, indicativi di correnti di gusto sensibili al mito della antichità e dell'esotismo, il gruppo delle "neoclassiche" comprende lucerne da parata che vanno dalla "fiorentina" in vetro, da Murano, alle "romane", provenienti dalle maggiori botteghe di argentieri e bronzisti, caratterizzate da sculture che conoscono all'epoca una grande diffusione: così il Mercurio che corre sul soffio del Vento, o l'egizio, che rimanda alle campagne napoleoniche. Oliere e salsiere, ampolle per profumi e balsamari – bellissimo l'unguentario egizio in alabastro risalente al 1500 a.C. – bracieri e scaldini, testi dotti ed oggetti di manifattura popolare testimoniano il ricorrere all'olio nei secoli per i diversi usi.
Al termine del percorso museale, un corridoio di proverbi e detti legati all'olio conduce alla visione di una grande tavola raffigurante un campo di olivi al vento, indicativo della attenzione al paesaggio che sottende la ricerca che ha portato alla creazione del museo. 

MOO - Museo dell’Olivo e dell’Olio
Via Garibaldi, 10 - 06089, Torgiano (PG)
Tel/Fax: +39 075 9880300 
museoolio@lungarotti.it
www.lungarotti.it




 

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