Rocca di Narni

La fortezza forma di quadrilatero, presenta quattro torri angolari quadrate e il mastio, più alto e possente, formato dall'unione di due torri. Immersa in un suggestivo paesaggio coronato da olivi su un colle a 332 metri a dominio della valle del Nera, circondata da un fossato e da una doppia cinta muraria, ospita internamente una cappella e una cisterna in travertino che si apre sul cortile. Al primo piano si trova la residenza signorile, mentre altre stanze servivano per la guarnigione. Attualmente è patrimonio comunale e, dopo anni d'impegnativi restauri, è tornata all'antico splendore.

La Rocca di Albornoz fu eretta nel 1367 sui resti di un primitivo insediamento militare costruito da Federico Barbarossa, per volere del cardinale Egidio Albornoz. Tra gli architetti che lavorarono al progetto s'ipotizza Ugolino I di Montemarte e Matteo Gattapone sotto la supervisione del legato pontificio Anglico di Grimoard.
Nel 1371 s'insedio il primo castellano, Giovanni de Novico (Jehan de A vis). Nel 1378 vennero ultimati i lavori: per l'inaugurazione intervenne il cardinale Filippo di Alengon, vicario apostolico del Patrimonio. La potente struttura militare, nei secoli, accolse papi, cardinali, condottieri e divenne la sede del governatore; dal 1370 al 1762 fu comandata da propri castellani.
Nel 1449, per l'epidemia di peste, vi si rifugio Niccolo V il quale fece eseguire numerose opere difensive dall'architetto Bernardo da Settignano; i lavori proseguirono anche sotto Sisto IV e Innocenzo VIII. Dopo la partenza il papa invio come comandante della guarnigione Pietro Parentucelli da Sarzana, suo congiunto. Costruita secondo schemi difensivi e residenziali fu protetta anche da una robusta cinta muraria che sopporto non pochi assalti, tra cui quello delle milizie lanzichenecche di ritorno dal Sacco di Roma (1527). Nel 1798, 14.000 francesi al comando del generale Alessandro Louis Berthier, dopo la proclamazione della Repubblica Romana e la fuga di Pio VI, spogliarono la rocca di tutte le armi che furono portate a Perugia e fuse per fare cannoni.
Dal 1834 al 1906 divenne carcere, arrivando ad ospitare anche 300 detenuti. Nel 1860 il colonnello Luigi Masi alla testa di 150 volontari ternani cerco di espugnare la rocca, rifugio del presidio pontificio.
Nel 1906 fu acquistata all'asta dal principe russo Mestschezsy per una somma irrisoria: 13.000 lire con pagamento rateale; la vendita venne fatta dal Demanio quasi in sordina. Il principe con un altro socio la tenne fino al 1972, quando passo ad una famiglia romana.

Rocca di Narni
Strada di Feronia, 05035 Narni (TR)
Tel 0744.717117
www.roccadinarni.it

 

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